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Comunicazione inclusiva: il potere della SCHWA (ə)

A chi non è capitato di leggere articoli, post, messaggi in cui non esiste più maschile e femminile ma solo asterischi, parole tronche o questo simbolo “ə”?

Da qualche anno, ormai, siamo testimoni di un cambiamento di rotta nell’utilizzo dei generi nella lingua italiana e soprattutto nella comunicazione scritta.
Gli asterischi, le parole tronche o la ə – ossia la schwa, sono utilizzati a scopo inclusivo e per il superamento di limitazioni di genere (uomo, donna, non binario) nella comunicazione scritta.

Tra i vari “strumenti” di comunicazione inclusiva, sempre più spesso ritroviamo lo ə (schwa): ma da dove arriva questo simbolo?
In origine, simbolo parte dell’alfabeto fonetico che indica una vocale al centro del quadrilatero vocalico, si pronuncia emettendo un suono che si trova a metà tra una -a e una -e.
Come già anticipato è utilizzato in lingua italiana per ovviare al problema delle limitazioni di genere: l’italiano, infatti, non comprende un genere neutro, per questo inserire la ə nella comunicazione significa adottare un linguaggio inclusivo, rivolto a tutti allo stesso tempo.

Questo piccolo simbolo, insieme a tutti gli altri, permette alle persone di identificarsi in un mondo in cui la diversità rappresenta una ricchezza e non una minaccia.
Rappresenta, quindi, un atto di riflessione e accettazione.

Ecco perché anche noi abbiamo scelto di utilizzare la ə nella nostra comunicazione, che riflette il nostro operato non solo sul lavoro ma anche nella vita.
Inoltre, in quanto agenzia di formazione e comunicazione consigliamo fermamente a tutte le aziende di adottare la comunicazione inclusiva, non solo come scelta etica ma anche di apertura e adattabilità verso un mondo in continua evoluzione.

Se anche la tua azienda vuole migliorare il modo di comunicare, restando al passo con le evoluzioni della società, contattaci per una consulenza.

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