Con un valore del 13% del prodotto interno lordo italiano, l’enoturismo è un trend turistico emerso con forza negli ultimi anni, una risorsa strategica che intreccia due importanti settori della nostra economia: quello turistico e quello vinicolo.
Oggi il turismo del vino si è sviluppato al punto da diventare un importante leva di promozione culturale e sociale di un territorio, elementi particolarmente distintivi in un paese ricco di tradizioni e micro-culture regionali quale l’Italia.
Infatti, nel tempo, alla conoscenza dei vini prodotti dall’azienda e dei relativi metodi di vinificazione attraverso i tour e le degustazioni guidate, l’offerta enoturistica si è arricchita con l’inserimento di degustazioni di prodotti locali in abbinamento ai vini, accompagnate da uno storytelling che miri a valorizzare tradizioni e cultura del territorio.
Così la ricerca di leve promozionali da sfruttare ha portato a organizzare eventi con un richiamo ludico e culturale. Negli ultimi anni, molte cantine si sono fatte promotrici di concerti, evocativi eventi artistici, festival di teatro e cinema in vigna. L’esperienza che il turista può vivere all’interno di una cantina non è più soltanto legata al vino, ma talvolta al territorio in cui quel vino nasce e di cui è espressione.
Ed ecco che l’Italia è statisticamente la prima destinazione del viaggio enogastronomico con il 75% di presenze rispetto ad altri paesi del mondo. L’appeal dello stivale vede ai primi posti delle mete preferite la Sicilia e la Toscana.
Malgrado questi dati statistici siano molto importanti, ancora tanti miglioramenti possono essere introdotti, sia a livello delle singole aziende sia sul piano istituzionale – attraverso una legislazione che regoli l’attività e tuteli il comparto – che sul piano delle istituzioni o enti promotori del territorio.
Per questa ragione abbiamo individuato i principali punti di debolezza del sistema ed eventuali suggerimenti per ridurre gli impatti che posso avere.
Molto spesso più che allearsi e fare rete le singole aziende tendono ad agire individualmente, dimenticando quanto l’unione possa davvero fare la differenza in un contesto rurale.
Si stima che il turista enogastronomico sia in genere un turista di target alto spendente con una capacità di spesa, in media, di 120 euro al giorno per un’esperienza. Per questa ragione è molto importante la qualità dell’accoglienza in cantina, l’attenzione al cliente, durante e dopo l’esperienza, al fine di creare e consolidare il rapporto. L’elaborazione di un’offerta differenziata in base alle diverse esigenze del turista e al target di riferimento.
Tutto questo e altro ancora consentono lo sviluppo di un vero e proprio canale di vendita diretta che si proietta ben oltre l’esperienza vissuta in cantina. Da qui la nascita e la strutturazione dei Wine Club in grado di fidelizzare, attraverso un canale di comunicazione privilegiato, il visitatore o l’appassionato di vino.
Abbiamo inteso questo approfondimento non soltanto come un esame di dati statistici, ma soprattutto come una fonte da cui prendere spunto.
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